Eccoci qui a parlare di un argomento un poco ostico per certi versi ,trattasi di tanuki.
Questo nome deriva da un personaggio mitologico giapponese, era un cane procione che imbrogliava gli uomini, da qui nasce il detto tanuki o imbroglio.
Credo che la maggior parte dei bonsaisti almeno una volta nel proprio percorso abbia provato almeno una volta a fare un tanuki, per se stessi o per qualche altro sotto commissione, ma visto che si tratta di un artificio o "imbroglio l'argomento risulta essere tabù.
Io trovo l'argomento molto interessante, sia perche molte persone del mio club e di altri mi chiedono come farli, sia perché mi dedico a sperimentare nuove tecniche da inserire nel mio bagaglio bonsaistico.
Per la dimostrazione degli istruttori dell UBI tenutasi a firenze del 2019, ho deciso di portare in dimostrazione il mio progetto di tanuki, per spiegare come si costruisce con i vari passaggi e impostazioni per rendere il lavoro credibile alla vista.
Il progetto iniziato nel 2015 con la preparazione del materiale di partenza, un bel secco di un fenicio contorto.
il legno viene preparato ben pulito e trattato la base che sarà interrata con olio di lino cotto, un impregnante naturale senza solventi.
In questa foto si nota lo scavo che viene fatto partendo dalla parte centrale del tronco per due motivi:
-ll primo... in questo modo si salda bene alla base e sembra più naturale,
-il secondo... le piante in natura che presentano un secco la vena viva quasi sempre parte dalla parte interna della pianta, essendo la zona più riparata, poi la natura e perfetta quindi sceglie anch ela via piu breve e sicura per arrivare alle foglie.
In questa foto si vede lo scavo che ospiterà la pianta a innestare, la dimensione dello scavo deve essere il doppio del diametro della piantina, un accorgimento,le pareti dello scavo non devono essere dritte ma concave,in modo che la pianta crescendosi blocchi al suo interno senza che fuoriesca dallo scavo.
Alcuni consigli: Seguire perfettamente il percorso delle vecchie vene, uno scavo trasversale a queste renderebbe invano tutto il lavoro fatto e la pianta non sarebbe credibile.
Mettere in evidenza la partenza della vena alla base nascondere l uscita della pianta nel retro, questo perché non e possibile mascherarla in altri modi
In questa immagine vediamo come si può tenere la pianta ferma fino a bloccarsi, io preferisco bloccarla con legature o con dei chiodini protetti da gommini per non rovinare la corteccia della piantina.
Sopra vediamo la piantina inserita nello scavo precedentemente eseguito, non ho inserito nessun chiodo e nessuna vite nella vena viva.
Premetto che amo l'essenza del cipresso, mi sarebbe piaciuto possederne uno contorto, ma sappiamo bene che in natura lo stesso cresce eretto, quindi la mia sfida era quello di costruire un tanuki di cipresso contorto.
La regola vuole che si usino gli stessi legni per l’accoppiamento, io ho voluto bypassare questa regola usando un secco di fenicio che come legno assomiglia al cipresso.
Qui in foto lo vediamo dopo 2 anni e mezzo dopo la messa a dimora della piantina innestata.
In questa foto vediamo il risultato della prima impostazione, il risultato visibilmente é buono, quindi contento lascio crescere indisturbata.
La vigoria è molta, i rami incominciano ad ingrossarsi a questo punto decido di fare una prima impostazione, e questo è il risultato.
Ora vediamo il percorso della pianta con il trascorrere del tempo.
Dopo 6 mesi la pianta viene slegata perché il filo inizia ad incidere, la crescita procede bene fino al giorno che viene portata all’UBI di Firenze per essere rimodellata alla demo istruttori.
La pianta viene presentata in questo stato, però la nuova impostazione non viene fatta con questo fronte, ma decido di ruotare e sollevare per mettere in evidenza la vena gonfia, un secco molto più sinuoso e la partenza della vena più marcata.
Questo è il nuovo fronte scelto piu o meno...con la filatura e impostazione viene modificata di qualche grado.
Qui il risultato finale a demo terminata.
Sono molto contento perché questo tanuki ha suscitato molto interesse tra le persone che assistevano alla demo e anche dopo che è stata messa in mostra le persone continuavano a chiedere informazioni su di essa.
Arrivato a casa la pianta viene rinvasata nella giusta posizione senza smontare troppo il pane radicale onde evitare problemi, qualche sistemata qua e la per riposizionare qualche ramo che si è mosso nel rinvaso.
Ora la pianta riposa tranquilla, spero che questa lavorazione sia stata esaustiva per tutti quelli che mi chiedevano come fare un tanuki! non si può paragonare ad una pianta naturale, ma a me piace vederla sotto un altro aspetto: una tecnica per recuperare una pianta che non è andata bene, oppure una pianta di cui ci eravamo affezionati e per un qualsiasi motivo ci ha abbandonato, cosi possiamo dare una seconda possibilità di vita
Ringrazio tutti,sperando un giorno di poterla ripresentare in una veste migliore.